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Trifidi, fuochi d’artificio e perclorato

Il Giorno dei Trifidi  è un romanzo di fantascienza dello scrittore inglese John Wyndham, pubblicato nel 1951. L’incipit della storia, alquanto scollegato dal resto della narrazione, presenta un quadro agghiacciante. Il protagonista, ricoverato in un ospedale per un intervento agli occhi per cui è ancora bendato, si risveglia una mattina per accorgersi che durante la notte l’intera popolazione della città – e forse della nazione – ha perso la vista. La causa? Uno strano, inusuale spettacolo di luci, una pioggia di meteoriti forse frammenti di una cometa, che hanno tenuto tutti con gli occhi al cielo la sera precedente, in un coro continuo di esclamazioni di meraviglia ed entusiasmo. L’unico a salvarsi, insieme a pochi altri, è proprio il protagonista, a causa delle bende che la sera prima lui stesso malediceva, mentre le infermiere gli assicuravano che si stava perdendo una scena veramente unica e fantasmagorica. Dunque, tutti coloro che hanno assistito allo spettacolo di luci nel cielo sono diventati ciechi, a causa di certe radiazioni che accompagnavano le meravigliose apparizioni variopinte. Da quel punto parte il romanzo, che riguarda un’invasione di subdoli mostri alieni, specie di piante carnivore semoventi e opportuniste, i Trifidi appunto.

Questo episodio mi torna puntualmente in mente tutte le volte che vedo le folle guardare in cielo, sia per le esibizioni acrobatiche delle Frecce Tricolori, sia per il fantasmagorico spettacolo dei fuochi d’artificio che puntualmente accompagnano le grandi ricorrenze, come la festa del patrono o la fine dell’anno. Ho un vivido ricordo personale, un’esperienza che mi capitò passando in treno vicino al Principato di Monaco, sulla Costa Azzurra. In quel punto la ferrovia corre in alto e offre un panorama meraviglioso fino al mare. Era sera, e laggiù doveva esserci una grande festa, perché durante quel fortunato passaggio potei assistere al più bello spettacolo di fuochi d’artificio che abbia mai visto in vita mia, con zampilli e “fiori” di luce che si stagliavano contro il profilo della città, del porto e delle tante barche in mare: veramente un’immagine di festa. Allora avevo appena letto il libro dei trifidi, e restai turbato dal potere che le luci colorate esercitavano su di me, e sul piacere che mi davano. Davvero, pensavo, è possibile impadronirsi del mondo intero usando un metodo così semplice.

Fin qui abbiamo giustificato la prima e la seconda parte del titolo. Ora veniamo al perclorato.

Composto chimico formato da cloro e ossigeno, il perclorato è il più ricco di ossigeno tra tutti gli ioni del cloro. È disponibile sotto forma di sali, per esempio il perclorato di potassio, di ammonio e altri. Al giorno d’oggi è utilizzato quasi esclusivamente per la fabbricazione di esplosivi, soprattutto nell’industria pirotecnica. Durante uno spettacolo di fuochi artificiali, oltre al perclorato una grande quantità di composti inquinanti vengono liberati nell’aria, tra cui lo stronzio, il bario, il cobalto e il piombo, usati soprattutto per dare gli splendidi colori, che ricadono lentamente e vengono respirati dagli spettatori prima di inquinare il suolo e le falde acquifere. Altro che le “scie chimiche” di cui cianciano i complottisti. Ma in questa sede non ci interessano. Concentriamoci sul perclorato e sul suo effetto sulla fisiologia umana. È stato dimostrato che questo composto blocca l’assorbimento dello iodio da parte delle ghiandole tiroidee, riducendo la loro capacità di produrre livelli sufficienti di ormone tiroideo. Il che fa male a tutti, ovviamente, ma soprattutto agli organismi in formazione. Infatti questo ormone è necessario per il normale sviluppo del cervello dei bambini. L’ormone tiroideo è necessario anche prima della nascita e recentemente è stato dimostrato che i livelli di ormone tiroideo di una donna incinta sono fondamentali per il futuro quoziente intellettivo e la struttura cerebrale del bambino.

Un recente libro del neurologo Dick Swaab, Noi siamo il nostro cervello (Castelvecchi 2019), dedica alcuni capitoli proprio alla responsabilità che hanno le future madri sul nascituro. Secondo l’autore, uomo piuttosto spietato, i nove mesi della gestazione saranno cruciali per il futuro del neonato, e non si fatica a dargli ragione almeno per alcuni aspetti comportamentali, come il fumo o l’assunzione di alcol, che di norma sono fortemente scoraggiati dai ginecologi. A questi fattori occorre aggiungere l’ambiente e le sostanze inquinanti con cui si viene a contatto, sia attraverso il cibo, sia attraverso l’aria o l’acqua.

Il perclorato fa parte di queste minacce, e purtroppo una volta liberato nell’atmosfera entra con facilità nella catena alimentare. Ma questa è la parte ineliminabile del problema. Quella facilmente eliminabile, invece, è andare apposta a respirare l’aria dei fuochi d’artificio, oppure partecipare ai festeggiamenti di fine anno, quando le strade e le terrazze si riempiono di esplosioni di razzi, petardi, ordigni di ogni tipo che saturano l’aria del tipico odore di “polvere da sparo”. Bastano poche ore di quei gas per compromettere per settimane il funzionamento della tiroide, e provocare ritardi di sviluppo cerebrale. L’importanza dell’ormone tiroideo per le donne in gravidanza e i bambini piccoli non può essere sottovalutata: la mancanza di iodio o di ormoni tiroidei durante lo sviluppo iniziale, in particolare nel periodo fetale e perinatale, comporta un abbassamento del quoziente intellettivo e un aumento del rischio di malattie del neurosviluppo come il disturbo dello spettro autistico (ASD) o il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Dunque, per le gestanti e i genitori con bambini piccoli meglio stare alla larga dagli spettacoli pirotecnici. Trovate molti dettagli su questo argomento in un articolo pubblicato dalla fisiologa ed endocrinologa Barbara Demeneix nella rivista online The Conversation.

Il che, come vedete, chiude il cerchio con la prima parte dell’articolo e del titolo: uno spettacolo in cielo ricco di bellezza e di luci colorate e fantastiche nasconde un tranello per la salute degli spettatori. E non si tratta sempre di fantascienza e di invasioni aliene.

Se guardate la data di pubblicazione di questo articolo (sotto il titolo), potete capire perché tutta questa faccenda mi è venuta in mente (Zer037, gennaio 2025).

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