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Nitrati

Sottotitolo: Nitrati di pace e nitrati di guerra.

Innanzitutto, cosa sono i nitrati? sono composti chimici – sali – che contengono azoto (nitrogeno), per esempio il nitrato di sodio, NaNO3: sodio (Na), azoto (N), ossigeno (O) nelle giuste proporzioni. Niente di più comune, niente di più economico. I composti azotati sono alla base dei fertilizzanti. Ci si può fare un’altra cosa: con una reazione chimica si può ottenere l’acido nitrico: HNO3, dove l’idrogeno (H) ha preso il posto del sodio. Stiamo parlando sempre di elementi abbondantissimi in natura, per cui non sembra valere la pena di fare una guerra, o di perderla, o di organizzarci intorno una strategia. L’azoto per esempio è il principale costituente dell’atmosfera, il sodio è presente in quantità massicce nell’acqua di mare, da cui si estrae il sale da cucina (NaCl) che contiene anche il cloro. Scusate la parentesi chimica, ma era doveroso mostrare la semplicità dei protagonisti di questa storia.

Ed ecco la storia.

Fino alla metà dell’Ottocento i concimi chimici non esistevano. I campi venivano fertilizzati con prodotti naturali, per esempio il letame nelle piccole fattorie. Nelle coltivazioni estese si imparò a usare il guano di uccelli marini o pipistrelli, che veniva estratto in cave vicino al mare e trasportato su apposite navi verso i luoghi di utilizzo. I paesi produttori di guano erano ricchi per questo, per esempio il Cile e il Perù. Il guano è ricco di nitrati e fosfati, quindi è un ottimo fertilizzante. Lo si usava senza sapere come funzionasse. Poi qualcuno capì l’importanza dei nitrati, e quasi contemporaneamente in Cile si trovarono degli enormi giacimenti di minerali contenenti altissime percentuali di nitrato di sodio, quello che abbiamo visto sopra. Fu l’inizio della fortuna del Nitrato cileno, che dette l’avvio a un’industria estrattiva altamente remunerativa: il prodotto veniva estratto in miniere a cielo aperto, trasportato sui treni fino ai porti, e da lì spedito in tutto il mondo con flotte di veloci velieri o vapori mercantili. Fu un periodo di grande ricchezza per il Cile, per tutta la seconda metà dell’Ottocento e per i primi decenni del Novecento. Per le coltivazioni intensive dell’Europa e dell’America settentrionale, affamate di grano e ortaggi, servivano forniture continue di nitrato cileno.

Abbiamo visto però che il nitrato serve anche come base per la preparazione dell’acido nitrico, elemento fondamentale per la produzione di quasi tutti i tipi di esplosivi classici, dal tritolo (Tri-Nitro-Toluene: TNT) alla Nitroglicerina, alla Nitroammina, per citare solo alcuni nomi noti. Osservate la presenza della parola “Nitro” nel nome degli esplosivi. Per equipaggiare un esercito con munizioni e armi convenzionali (bombe, granate, artiglieria eccetera) serve un approvvigionamento costante di acido nitrico, e quindi di nitrati. Torniamo così al Nitrato cileno, e spostiamoci indietro di circa cento anni, al tempo della Prima Guerra Mondiale (1914-1918).

All’inizio tutte le nazioni in guerra, da una parte o dall’altra contavano sul rifornimento costante da parte delle navi del nitrato. Fu chiaro però che una potenza marittima come la Gran Bretagna non avrebbe avuto difficoltà a creare un blocco navale per strozzare l’approvvigionamento delle industrie tedesche: niente nitrato, niente munizioni per la Grande Berta, il cannone mostruoso che sparava a 12 chilometri proiettili di oltre mezza tonnellata imbottiti di tritolo, e neppure per i moschetti dei fanti. L’impero tedesco non sarebbe durato che pochi mesi senza rifornimenti. Ma aveva un asso nella manica. Si chiamava metodo Haber-Bosch per la preparazione industriale del nitrato. Era una formula segreta ed esclusiva. Nessun altro la conosceva, né aveva un genio come Fritz Haber, che aveva sviluppato il procedimento originale per la preparazione dell’ammoniaca (NH3) partendo dall’azoto dell’aria e dall’idrogeno – e che vincerà un controverso premio Nobel per questo – e neppure un’industria chimica come la BASF, dove lavorava Carl Bosch. L’ammoniaca è il primo passo per arrivare a produrre tutti i fertilizzanti e tutti gli esplosivi del mondo in barba alle navi cilene. Con lo scoppio della guerra, la Germania non ha problemi di munizioni. Ne hanno, crescenti, i suoi nemici, dato che nel frattempo le forniture cilene diventano incerte. Quando gli Stati Uniti entrano in guerra, sanno che entro breve tempo dovranno risolvere il problema dei nitrati. E qui comincia una nuova storia.

Seconda storia.

Produrre i nitrati per sintesi non è facile. Ci hanno provato chimici di tutte le nazioni senza successo. Infatti, nonostante gli ingredienti siano semplici e facili da trovare, il procedimento implica una reazione chimica che necessita di temperature e pressioni altissime. Solo i tedeschi ne possiedono la chiave segreta. Nel 1915 nessuno al mondo sa come funzioni il metodo Haber-Bosch: si sa che fa uso di catalizzatori, forse osmio o uranio o ferro, ma la catena produttiva è ignota. Si sa però che usando un sistema più semplice e la forza bruta, ossia quantità mostruose di energia elettrica, alcuni ingegneri americani riescono a sintetizzare la cianammide, ossia un altro composto organico, ottimo fertilizzante da cui si può partire per arrivare ai benedetti nitrati. Detto fatto, poco prima di entrare in guerra in aiuto agli alleati europei, il governo americano decide di sovvenzionare un progetto industriale per la produzione su larga scala dei nitrati. Si tratta di costruire la più grande centrale idroelettrica mai progettata, e di affiancarla a un impianto di fornaci e di motori a pressione in grado di riprodurre gli esperimenti di laboratorio dell’ingegner Washburn, principale autore del progetto.

Nasce così un programma simile, come impegno, a quello che in seguito servirà per il progetto della bomba atomica (progetto Manhattan). Questo si chiama Muscle Shoals dal nome della regione dell’Alabama che viene requisita per costruire gli impianti. La regione è attraversata da un’ansa del fiume Tennessee, con dislivelli e rapide che si prestano a creare una diga e un invaso artificiale che alimenterà decine di turbine per la produzione di energia elettrica. Vengono costruiti due villaggi in grado di ospitare oltre ventimila persone, che lavoreranno a ciclo continuo per la costruzione degli impianti. Ci sono alloggi per i colletti blu, gli operai e i muratori, un’area per i neri e un’altra per i bianchi. Alcuni vengono alloggiati in baracche di legno, altri in un mare di tende di tela piantate su piattaforme di legno per tenerli al riparo dal fango. La tendopoli verrà soprannominata Helltown (città infernale), ma non perché ci si stesse male. In un’intervista rilasciata anni dopo, un abitante del luogo disse: “Helltown aveva qualsiasi forma di peccato a cui si possa pensare. Un quartiere a luci rosse, il gioco d’azzardo, la produzione di whisky nelle vicinanze, tutto”. Vengono costruite strade, porti fluviali e intere ferrovie per servire una regione che era quasi desertica, popolata da povera gente dedita alla coltivazione del cotone e all’allevamento di poche mandrie. Fluiscono continuamente persone in cerca di lavoro. Viene fondato un giornale locale, il Nitrate News. La città principale preesistente, Florence, diventa improvvisamente una specie di metropoli intasata di traffico e in continua crescita. A partire dal 1916 e per due anni, l’attività a Muscle Shoals non si ferma neanche per un’ora, mentre il governo continua a sovvenzionare e a pagare i conti. Parecchie centinaia di milioni di dollari di allora vanno nel progetto, l’equivalente di miliardi di oggi. D’altra parte si tratta di un progetto militare strategico: ha la precedenza su tutto.

In due anni, nonostante mille incidenti tra cui oltre cinquanta mortali per gli operai, la fabbrica di cianammide è pronta, e la diga è completa quasi all’ottanta percento, ma è affiancata da due centrali elettriche a carbone che serviranno per avviare la produzione in attesa della diga. La più grande fabbrica mai costruita dall’uomo è pronta a cominciare a sfornare la materia prima per gli esplosivi. Siamo a novembre del 1918.

Ma nel momento in cui l’obiettivo viene raggiunto, nessuno ne ha più bisogno. Proprio quando l’impianto è pronto per entrare in funzione, arriva la notizia: l’11 novembre la Germania si è arresa. Una buona notizia per il mondo intero, ma una pessima notizia per Muscle Shoals.

Epilogo (provvisorio).

Con la guerra finita, il governo americano cessa di finanziare l’impresa. Muscle Shoals viene congelato, con la diga quasi ultimata, gli impianti pronti e quelli in costruzione, le infrastrutture ancora da completare e consolidare. Tutto si ferma come era l’11 novembre del 1918. I lavoratori si trovano improvvisamente senza lavoro, e pian piano cominciano a sciamare via, sperando di trovare qualcosa in un paese che d’altra parte sta entrando in una crisi postbellica come sempre succede. Dopo pochi mesi, dei 20.000 addetti ai cantieri e agli impianti ne resteranno poche centinaia, adibiti soprattutto a sorvegliare i beni dello Stato e a fare piccole manutenzioni per evitare la fatiscenza totale del complesso. Negli anni successivi si susseguono proposte politiche, industriali, agrarie, nell’intento di non perdere un patrimonio costato tanti milioni. La Costituzione impedisce al governo di trasformare i propri impianti in imprese produttive in tempo di pace: la produzione deve essere lasciata ai privati, altrimenti si finisce come nell’Unione Sovietica. Intanto il progetto diventa obsoleto: le ispezioni alle fabbriche tedesche hanno svelato tutti i segreti del metodo Haber, dunque non serve più quel dispiegamento di centrali di potenza. Inizia il declino e l’abbandono della più grande fabbrica al mondo di nitrati. Ma questa storia ha un seguito, e ne sarà protagonista un uomo che conosciamo bene, insieme a un amico che conosciamo altrettanto bene… (continua in un prossimo articolo).

Zero37, ottobre 2022

Appendice (un po’ di dietrologia).

Ci sono state molte congetture sul perché i tedeschi si siano arresi con la guerra mezza vinta, senza che una sola truppa straniera avesse mai messo piede nel loro Paese: il lento strangolamento del blocco britannico, il pericolo che i bolscevichi esportassero la loro rivoluzione russa in Germania, la pura stanchezza della guerra.
Poi c’è questo punto, sollevato da alcuni storici: quando i leader tedeschi vennero a sapere che l’impianto di Muscle Shoals era pronto per iniziare la produzione, semplicemente si arresero. Questo ridarebbe merito, almeno come deterrenza, all’enorme impegno profuso dai lavoratori e dal governo americano.

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